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Mutui in calo, per qualcuno è statistica ma quanto è grave?

14/2/2012

1 Commento

 

Richieste di mutui in calo del 44%


Questo è quanto apprendiamo da Eurisc/Crif secondo le prime analisi su i dati relativi alle domande di mutui nel mese di Gennaio 2012 rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.

Già altre volte mi sono occupato di questi dati che tra l'altro non fanno che confermare un trend ampiamente negativo e non certo inatteso, ma questo non toglie nulla alla preoccupazione che suscitano.

La lettura di questi dati è sostanzialmente univoca da parte degli organi di informazione anche specializzata, la crisi economica internazionale, il rialzo dei tassi di interesse, l'incertezza nel futuro e le tensioni politiche e quelle del mondo del lavoro, la poca disponibilità delle banche a concedere finanziamenti.

Queste le cause della frenata dei mutui che sfiora il 50%, e poi le statistiche sull'allungamento delle durate o la diminuzione degli importi medi richiesti e anche l'abbassamento dell'età dei richiedenti.

Ora però cerchiamo di vederla da un altro punto di vista, da quello a me più congeniale e più vicino ai problemi delle persone tralasciando un attimo la macroeconomia e l'atteggiamento catastrofico tanto in voga in questo periodo.

Non mi sembra che in passato il lavoro sia mai stato un diritto, e i giovani erano molti di più, chi ha più di 50 anni sicuramente lo sa, l'equità sociale poi... stenderei un velo pietoso, abbiamo avuto tassi di interesse al 19%, chi ha preso un mutuo negli anni 80 lo sa bene, e anni e anni di cassa integrazione hanno fiaccato intere generazioni. Non c'era nemmeno la legge Biagi sul lavoro precario.

Con l'avvento dell'Euro abbiamo avuto una svalutazione monetaria catastrofica ma nonostante tutto le case si sono sempre comprate, altrimenti più del 70% degli italiani non sarebbero proprietari della casa che abitano, certo ora abbiamo spread che in alcuni casi superano il 4%, ma tra maggio 2000 e agosto 2001 l'Euribor ha raggiunto più volte il 5%, e di mutui ne sono stati erogati tantissimi. E non c'era nemmeno la surroga.

Allora cosa sta succedendo?
  • Le banche hanno ridotto l'LTV, il rapporto tra la richiesta di mutuo e il prezzo della casa, dall'80% usuale fino al 70% e per qualcuna anche al 60%.
  • La differenza per arrivare al prezzo finale bisogna farla vedere e allora qualcuno potrebbe anche chiederci, oggi, da dove l'abbiamo presa.
  • Oltre il rapporto rata/reddito ora la banca da molta importanza anche al RNAR (reddito netto annuo residuale), quindi non solo quanto influisce la rata sullo stipendio, ma anche quanto rimane per vivere, quindi in presenza di redditi elevati, per i parametri precedenti, se si hanno già due figli è la fine.
  • I mutui per altre finalità vengono rifiutati a priori quindi restano solo i mutui di acquisto ecco perchè si è abbassata l'età media dei richiedenti.
  • I parametri reddituali più stringenti non permettono di pagare una rata più elevata ecco perchè si è allungata la durata media dei mutui.
  • Le banche in questo momento non hanno soldi, e quelli che hanno li vogliono impiegare per qualcosa di più remunerativo.
  • Grandi banche hanno rifiutato il denaro Europeo per non apparire in difficoltà e quelle che l'hanno preso lo hanno usato per comprare titoli di Stato non certo per erogare mutui.
Ecco cosa sta succedendo!


1 Commento
creditcozzi
16/2/2012 10:31:16 pm

Ottima analisi. Aggiungerei che forse le Banche cominciano a sospettare che la ricchezza fondiaria sia un fenomeno quanto meno ambivalente. Il valore di mercato di un immobile non è individuato con parametri economici oggettivamente comparabili. Al contrario, tale valore è determinato con criteri molto soggettivi, dovuti a situazioni di mercato molto particolari, che la politica, invece di contrastare, tende a rafforzare, ritardando artificialmente lo scoppio di una bolla immobiliare che, proprio perchè compressa, quando esploderà potrebbe causare dei danni ingenti al Paese. Il primo dei quali sarà quello di ridimensionare enormemente la storiella della grande e diffusa ricchezza del Paese mettendo a nudo la fragilità economica di tante famiglie che si ritengono al riparo dalla povertà perchè in possesso d'immobili. Pensiamo solo al fatto che tale ricchezza nella maggior parte consiste in patrimoni illiquidi ed estremamente costosi da liquidare. Forse più che una ricchezza il patrimonio immobiliare è una palla al piede per il paese, che ne limita la capacità reattiva.

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