Testo di Alessandro Spagnolo:
un aiuto prima utile ora determinante
Spiegare cosa faccio io, in cosa consiste la professione del consulente del credito e come posso esserti utile necessita di una piccola rievocazione “storica”, non tanto a fini divulgativi, ma per farti capire quanto lungo, faticoso e pieno di ostacoli sia stato il percorso di questa attività che ha espresso ed esprime grandi professionisti ai quali oggi spesso è indispensabile ricorrere per il buon esito di un mutuo.
CENNI STORICI
_ Era la fine degli anni ’80 quando il mutuo ha cominciato ad
essere visto anche in Italia come un business a sé rispetto alle operazioni
tradizionali effettuate agli sportelli bancari.
Questo soprattutto grazie all’arrivo in Italia di due colossi bancari inglesi specializzati proprio nei mutui casa che hanno deciso tra il 1989 e il 1990 di esportare nel nostro paese il loro modello di business già molto diffuso in Inghilterra.
Con poca distanza l’una dall’altra Abbey National Bank e Woolwich dapprima come Società Finanziaria poi dal 1995, come Banca, oltre ad aver trasformato il mondo dei mutui per la casa, importato nuovi prodotti e nuove modalità, hanno di fatto fondato una nuova professione fino ad allora inesistente in Italia: il consulente di credito immobiliare.
In realtà, in un primo momento, la rivoluzione è avvenuta tra le mura degli uffici aperti su tutto il territorio ai quali si rivolgeva direttamente la clientela interessata, in seguito gli stessi funzionari commerciali hanno cominciato a portare fuori dalle sedi i loro mutui spesso innovativi, le loro procedure più snelle e veloci, la loro inusuale specializzazione.
Da lì a creare dei veri e propri professionisti che attraverso “convenzioni” con altri operatori professionali legati in qualche modo al mondo immobiliare, raccoglievano mutui il passo è stato brevissimo, fino a strutturare veri e propri piani di remunerazione per ogni pratica presentata.
Sono stati anni importanti, nei quali la preparazione e la specializzazione dei nuovi consulenti insieme alla forte richiesta di immobili residenziali hanno favorito la diffusione dei consulenti del credito fino a far sì che si venissero a creare, spesso ad opera di ex funzionari delle banche stesse, delle vere e proprie reti di vendita.
Strutturate in modo organico e organizzato su tutto il territorio, le nuove reti in esclusiva e spesso utilizzandone il marchio, distribuivano i prodotti di mutuo delle banche più attive garantendo loro anche una serie di servizi nelle varie fasi della lavorazione delle pratiche.
Come sempre accade quando nell’aria si respira aria di business, migliaia sono state le persone che, a vario titolo, hanno cominciato a bussare, nel corso degli anni, alle porte delle reti di vendita di mutui a loro volta sempre in cerca di professionisti per coprire sempre di più il territorio.
Questo naturalmente non poteva non allertare gli organismi di controllo e vigilanza che attraverso l’allora organo deputato l’UIC (Ufficio Italiano Cambi), ha cominciato a pretendere una regolamentazione del settore.
A titolo informativo l'UIC, Ufficio Italiano Cambi, dal 1 gennaio 2008 dopo il Decreto Legge 231 del 21/11/2007 è stato soppresso e tutte le sue funzioni, compresa la vigilanza sugli operatori del credito, sono ora esercitate direttamente dalla Banca d'Italia.
Questo soprattutto grazie all’arrivo in Italia di due colossi bancari inglesi specializzati proprio nei mutui casa che hanno deciso tra il 1989 e il 1990 di esportare nel nostro paese il loro modello di business già molto diffuso in Inghilterra.
Con poca distanza l’una dall’altra Abbey National Bank e Woolwich dapprima come Società Finanziaria poi dal 1995, come Banca, oltre ad aver trasformato il mondo dei mutui per la casa, importato nuovi prodotti e nuove modalità, hanno di fatto fondato una nuova professione fino ad allora inesistente in Italia: il consulente di credito immobiliare.
In realtà, in un primo momento, la rivoluzione è avvenuta tra le mura degli uffici aperti su tutto il territorio ai quali si rivolgeva direttamente la clientela interessata, in seguito gli stessi funzionari commerciali hanno cominciato a portare fuori dalle sedi i loro mutui spesso innovativi, le loro procedure più snelle e veloci, la loro inusuale specializzazione.
Da lì a creare dei veri e propri professionisti che attraverso “convenzioni” con altri operatori professionali legati in qualche modo al mondo immobiliare, raccoglievano mutui il passo è stato brevissimo, fino a strutturare veri e propri piani di remunerazione per ogni pratica presentata.
Sono stati anni importanti, nei quali la preparazione e la specializzazione dei nuovi consulenti insieme alla forte richiesta di immobili residenziali hanno favorito la diffusione dei consulenti del credito fino a far sì che si venissero a creare, spesso ad opera di ex funzionari delle banche stesse, delle vere e proprie reti di vendita.
Strutturate in modo organico e organizzato su tutto il territorio, le nuove reti in esclusiva e spesso utilizzandone il marchio, distribuivano i prodotti di mutuo delle banche più attive garantendo loro anche una serie di servizi nelle varie fasi della lavorazione delle pratiche.
Come sempre accade quando nell’aria si respira aria di business, migliaia sono state le persone che, a vario titolo, hanno cominciato a bussare, nel corso degli anni, alle porte delle reti di vendita di mutui a loro volta sempre in cerca di professionisti per coprire sempre di più il territorio.
Questo naturalmente non poteva non allertare gli organismi di controllo e vigilanza che attraverso l’allora organo deputato l’UIC (Ufficio Italiano Cambi), ha cominciato a pretendere una regolamentazione del settore.
A titolo informativo l'UIC, Ufficio Italiano Cambi, dal 1 gennaio 2008 dopo il Decreto Legge 231 del 21/11/2007 è stato soppresso e tutte le sue funzioni, compresa la vigilanza sugli operatori del credito, sono ora esercitate direttamente dalla Banca d'Italia.
PRIMA RIFORMA
Con il Decreto Legge 108 del 7 marzo 1996 e precisamente all’articolo 16, viene, tra le disposizioni in materia di usura, definita e ufficializzata la figura del “Mediatore Creditizio”, e costituito l’apposito albo al quale diventa obbligatoria l’iscrizione nel rispetto dei requisiti fissati dalla legge stessa.
Il Mediatore Creditizio è quel professionista che di fatto fa incontrare domanda e offerta sul mercato del credito, è colui che porta il cliente alla banca che più è adatta al tipo di operazione richiesta e per quest’attività viene remunerato dal cliente stesso indipendentemente dall’esito, altre volte in misura diversa secondo l’esito, nella maggior parte dei casi solo ad esito positivo.
In realtà i requisiti di iscrizione all’albo sono sempre stati blandi e poco selettivi tanto da averne favorito in maniera esponenziale l’accesso, soprattutto in questi ultimi anni, e tanto da favorire la necessità come vedremo in seguito, da parte di Banca D’Italia di mettere mano alla normativa introducendo pesantissimi correttivi.
Nel frattempo però anche le Banche, come Istituzioni, hanno avvertito la necessità di avere delle reti proprie di distribuzione dei loro mutui, ma con figure professionali più definite, più responsabilizzate e maggiormente identificabili.
A questa necessità è venuto incontro il Decreto Legge 374 del 25 settembre 1999 che nell’estendere le disposizioni in materia di antiriciclaggio, crea l’elenco degli Agenti in Attività Finanziaria ai quali devono essere obbligatoriamente iscritti, fissandone definizione e requisiti, quei professionisti che propongono anche fuori sede i prodotti di mutuo della banca con la quale hanno un contratto di mono mandato.
E’ passato più di un decennio e ora come allora c’è la necessità di fare ordine in un settore professionale che per un insieme di ragioni è scappato di mano a chi pensava di averlo già fatto, quindi dopo aver preso atto dell’innaturale sovraffollamento degli operatori attivi e meno attivi nella “vendita” dei mutui si è pensato ad un definitivo giro di vite.
ULTIMA RIFORMA
Con il Decreto Legge 108 del 7 marzo 1996 e precisamente all’articolo 16, viene, tra le disposizioni in materia di usura, definita e ufficializzata la figura del “Mediatore Creditizio”, e costituito l’apposito albo al quale diventa obbligatoria l’iscrizione nel rispetto dei requisiti fissati dalla legge stessa.
Il Mediatore Creditizio è quel professionista che di fatto fa incontrare domanda e offerta sul mercato del credito, è colui che porta il cliente alla banca che più è adatta al tipo di operazione richiesta e per quest’attività viene remunerato dal cliente stesso indipendentemente dall’esito, altre volte in misura diversa secondo l’esito, nella maggior parte dei casi solo ad esito positivo.
In realtà i requisiti di iscrizione all’albo sono sempre stati blandi e poco selettivi tanto da averne favorito in maniera esponenziale l’accesso, soprattutto in questi ultimi anni, e tanto da favorire la necessità come vedremo in seguito, da parte di Banca D’Italia di mettere mano alla normativa introducendo pesantissimi correttivi.
Nel frattempo però anche le Banche, come Istituzioni, hanno avvertito la necessità di avere delle reti proprie di distribuzione dei loro mutui, ma con figure professionali più definite, più responsabilizzate e maggiormente identificabili.
A questa necessità è venuto incontro il Decreto Legge 374 del 25 settembre 1999 che nell’estendere le disposizioni in materia di antiriciclaggio, crea l’elenco degli Agenti in Attività Finanziaria ai quali devono essere obbligatoriamente iscritti, fissandone definizione e requisiti, quei professionisti che propongono anche fuori sede i prodotti di mutuo della banca con la quale hanno un contratto di mono mandato.
E’ passato più di un decennio e ora come allora c’è la necessità di fare ordine in un settore professionale che per un insieme di ragioni è scappato di mano a chi pensava di averlo già fatto, quindi dopo aver preso atto dell’innaturale sovraffollamento degli operatori attivi e meno attivi nella “vendita” dei mutui si è pensato ad un definitivo giro di vite.
ULTIMA RIFORMA
_Nasce così il Decreto Legge 141 del 13 agosto 2010, di cui
parleremo nella pagina dedicata alla riforma del credito, che azzera quanto attualmente esistente, crea
nuovi Albi professionali sia per i Mediatori Creditizi che per gli Agenti in
Attività Finanziaria, fissa nuove regole di accesso, inasprisce i requisiti
necessari, istituisce un Organismo di controllo ad hoc.
PROFESSIONE CONSULENTE
Io c’ero allora e continuerò ad esserci con le nuove regole, e questo grazie alla stima e alla fiducia conquistata in anni di attività, ed insieme a tanti altri professionisti avrò il compito di accompagnarti per mano fino alla conclusione della tua richiesta di mutuo.
Questo blog è interamente dedicato alla consulenza e credo che scorrendo le sue pagine e i miei post si espliciti bene il suo intento e di cosa si occupa un Consulente del credito, quindi concluderò questa pagina con una directory che sintetizza i punti focali e la modalità operativa:
Qualora il consulente non avesse questa possibilità ma potesse proporre al cliente una sola banca, una volta accertata la coerenza dell’operazione con le sue politiche di credito deve comunque attenersi alle stesse procedure.
A questo punto il futuro della tua pratica è di solito nelle mani di un back office che all’interno della banca stessa o in esterno, attraverso società specializzate, comincia il lavoro di preistruttoria e di istruttoria vera e propria prima di farla arrivare agli organi deliberanti.
Non tutti i consulenti hanno la possibilità di interagire con il back office e di seguire l’andamento della tua pratica attimo per attimo in tempo reale, chi lo può fare ha tempi di risposta più veloci sia verso la banca che verso le tue sollecitazioni.
PROFESSIONE CONSULENTE
Io c’ero allora e continuerò ad esserci con le nuove regole, e questo grazie alla stima e alla fiducia conquistata in anni di attività, ed insieme a tanti altri professionisti avrò il compito di accompagnarti per mano fino alla conclusione della tua richiesta di mutuo.
Questo blog è interamente dedicato alla consulenza e credo che scorrendo le sue pagine e i miei post si espliciti bene il suo intento e di cosa si occupa un Consulente del credito, quindi concluderò questa pagina con una directory che sintetizza i punti focali e la modalità operativa:
- Dopo aver ascoltato l’esigenza del cliente, il consulente del credito, identifica la tipologia precisa di operazione che dovrà essere sottoposta alla banca. In altre pagine hai trovato le varie tipologie di finanziamento a cui possiamo accedere.
- Attraverso domande mirate comincia a tracciare un profilo economico e sociale del cliente, che dovrà poi essere confermato dall’analisi documentale.
- Con le in formazioni raccolte, il consulente del credito, se ne ha la possibilità perché rappresenta un Intermediario plurimandatario e ha accesso a più banche, propone le soluzioni più adatte al perfezionamento della sua pratica.
- Con l’assenso del cliente e il conforto delle politiche di credito della banca scelta lascia al cliente l’elenco della documentazione necessaria per l’istruttoria, il preventivo personalizzato, la scheda del prodotto scelto, l’ESIS con il Piano di ammortamento e il foglio informativo.
Qualora il consulente non avesse questa possibilità ma potesse proporre al cliente una sola banca, una volta accertata la coerenza dell’operazione con le sue politiche di credito deve comunque attenersi alle stesse procedure.
- Una volta accettata la proposta, il cliente si occupa della raccolta della documentazione richiesta e la consegna al consulente che dopo aver raccolto le firme sul modulo privacy della propria azienda/banca ne può verificare la completezza e analizzare la coerenza con le informazioni raccolte alla prima visita.
- Il consulente del credito può ora consegnare direttamente la documentazione in banca, o all’intermediario per cui lavora, o preventivamente come sempre più spesso accade, caricare anagrafica e documentazione su una piattaforma online.
A questo punto il futuro della tua pratica è di solito nelle mani di un back office che all’interno della banca stessa o in esterno, attraverso società specializzate, comincia il lavoro di preistruttoria e di istruttoria vera e propria prima di farla arrivare agli organi deliberanti.
Non tutti i consulenti hanno la possibilità di interagire con il back office e di seguire l’andamento della tua pratica attimo per attimo in tempo reale, chi lo può fare ha tempi di risposta più veloci sia verso la banca che verso le tue sollecitazioni.
- Il consulente fa da anello di congiunzione tra la banca e il notaio del cliente agevolando i rapporti e le tempistiche e gestisce la delicata fase della chiamata in atto.
- Il consulente ti accompagna alla stipula e assiste il notaio nel momento in cui fossero necessarie informazioni e precisazioni sul mutuo.
- Ti assiste nel tempo soprattutto durante i cambiamenti dello scenario economico.
_In genere, e le ultime normative faranno ancora maggiore
chiarezza, il consulente per il suo lavoro è pagato dalla banca o
dall’intermediario per il quale lavora.
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