Testo di Alessandro Spagnolo:
un mutuo di liquidità per risolvere varie esigenze
Una pagina a parte merita il mutuo di liquidità entrato in tempi recenti nel listino prodotti di alcune banche, così come il mutuo di consolidamento.
Questo per sottolineare come in precedenza, per ottenere della liquidità sfruttando la propria casa, si ricorreva solitamente a dei mutui di ristrutturazione mascherati, approfittando del fatto che in passato era più semplice ottenere mutui di ristrutturazione in unica soluzione e con la sola presentazione di un preventivo lavori.
Ora, nell’esigenza di dover dare
il giusto nome e soprattutto le giuste condizioni economiche alle varie tipologie di mutui offerti dalle
banche, si è preferito strutturare prodotti dedicati con politiche e condizioni
proprie e che siano appunto identificabili, senza fraintendimenti, come mutui
di liquidità.
C’è da dire che questa tipologia di mutuo non è distribuita da tutte le banche ma come al solito per le banche che offrono tale prodotto le condizioni e le politiche di credito possono variare anche in modo sostanziale.
Se per il mutuo vitalizio ho raccomandato l’utilizzo di un consulente per essere accompagnato tra le regole di un prodotto veramente particolare, per il mutuo di liquidità vale la stessa raccomandazione soprattutto per identificare la banca e le condizioni più adatte al tipo di esigenza specifica.
Proprio per la sua particolarità e soprattutto per evitare l’uso improprio delle cifre ottenute, per questo tipo di mutuo vengono messi dei paletti in genere più restrittivi rispetto ai mutui per l’acquisto vediamo i più frequenti:
Nella maggior parte dei casi si preferisce concedere il mutuo di liquidità solo ai dipendenti, o quando c’è un lavoratore autonomo lo si vuole preferibilmente coobbligato con un dipendente. Questo per evitare che la liquidità serva a compensare situazioni debitorie dell’imprenditore oppure a fare degli investimenti per l’impresa a tassi più competitivi rispetto ai finanziamenti dedicati.
Per le banche che accettano i lavoratori autonomi come mutuatari in genere si riduce la percentuale di intervento rispetto al valore dell’immobile.
Tale percentuale, da noi già conosciuta come LTV, è comunque più bassa del normale per questo tipo di intervento ed oscilla sempre tra il 50% e il 70% massimo del valore dell’immobile offerto in ipoteca, ma potrebbe anche non superare il 30%.
Anche i tassi in genere sono più penalizzanti rispetto ai mutui di acquisto, a causa di spread più elevati, inoltre a questo tipo di operazioni non sono dedicati tutti i prodotti ma spesso solo i tradizionali o a tasso fisso o a tasso variabile.
Alcune banche, inoltre, permettono con una parte del mutuo la contestuale chiusura di altri prestiti, ma sempre in numero limitato di solito uno, due, altrimenti ricadremmo nel mutuo di consolidamento debiti.
C’è da dire che questa tipologia di mutuo non è distribuita da tutte le banche ma come al solito per le banche che offrono tale prodotto le condizioni e le politiche di credito possono variare anche in modo sostanziale.
Se per il mutuo vitalizio ho raccomandato l’utilizzo di un consulente per essere accompagnato tra le regole di un prodotto veramente particolare, per il mutuo di liquidità vale la stessa raccomandazione soprattutto per identificare la banca e le condizioni più adatte al tipo di esigenza specifica.
Proprio per la sua particolarità e soprattutto per evitare l’uso improprio delle cifre ottenute, per questo tipo di mutuo vengono messi dei paletti in genere più restrittivi rispetto ai mutui per l’acquisto vediamo i più frequenti:
Nella maggior parte dei casi si preferisce concedere il mutuo di liquidità solo ai dipendenti, o quando c’è un lavoratore autonomo lo si vuole preferibilmente coobbligato con un dipendente. Questo per evitare che la liquidità serva a compensare situazioni debitorie dell’imprenditore oppure a fare degli investimenti per l’impresa a tassi più competitivi rispetto ai finanziamenti dedicati.
Per le banche che accettano i lavoratori autonomi come mutuatari in genere si riduce la percentuale di intervento rispetto al valore dell’immobile.
Tale percentuale, da noi già conosciuta come LTV, è comunque più bassa del normale per questo tipo di intervento ed oscilla sempre tra il 50% e il 70% massimo del valore dell’immobile offerto in ipoteca, ma potrebbe anche non superare il 30%.
Anche i tassi in genere sono più penalizzanti rispetto ai mutui di acquisto, a causa di spread più elevati, inoltre a questo tipo di operazioni non sono dedicati tutti i prodotti ma spesso solo i tradizionali o a tasso fisso o a tasso variabile.
Alcune banche, inoltre, permettono con una parte del mutuo la contestuale chiusura di altri prestiti, ma sempre in numero limitato di solito uno, due, altrimenti ricadremmo nel mutuo di consolidamento debiti.
_Ci sono banche che non richiedono
alcuna forma di giustificativo sull’impiego delle somme richieste, altre
pretendono di avere una motivazione precisa calcolata all’ultimo euro.
La cifra minima richiedibile solitamente è intorno ai 30.000 euro la massima, sempre nel rispetto del LTV, raramente supera i 500.000 euro.
Infine un’annotazione va fatta riguardo all’imposta ipotecaria, seguendo la regola dell’imposizione fiscale in base alla finalità del mutuo, e rientrando il mutuo di liquidità in quello che normalmente si può definire come “altra finalità” l’imposta ipotecaria dovrebbe ammontare al 2% dell’importo del mutuo.
In realtà l’orientamento generale è quello di applicare lo 0,25% in quanto solitamente il mutuo di liquidità è concedibile solo sulla prima casa sia fiscale che di residenza.
Altro discorso riguardo alle penali di estinzione anticipata che spesso ritroviamo inserite nei contratti per questa tipologia di mutui.
La cifra minima richiedibile solitamente è intorno ai 30.000 euro la massima, sempre nel rispetto del LTV, raramente supera i 500.000 euro.
Infine un’annotazione va fatta riguardo all’imposta ipotecaria, seguendo la regola dell’imposizione fiscale in base alla finalità del mutuo, e rientrando il mutuo di liquidità in quello che normalmente si può definire come “altra finalità” l’imposta ipotecaria dovrebbe ammontare al 2% dell’importo del mutuo.
In realtà l’orientamento generale è quello di applicare lo 0,25% in quanto solitamente il mutuo di liquidità è concedibile solo sulla prima casa sia fiscale che di residenza.
Altro discorso riguardo alle penali di estinzione anticipata che spesso ritroviamo inserite nei contratti per questa tipologia di mutui.
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